Il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia, in collaborazione con i Comandi Provinciali dei Carabinieri di Napoli, Caserta e Bologna, ha messo la parola fine ad una imponente attività investigativa attraverso l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nei confronti di 19 soggetti, di nazionalità in prevalenza tanzaniana, ritenuti responsabili della violazione dei reati di cui agli artt. 73 e 74 del D.P.R. 309/90 e 3 lett. a L, 146/2006.
Nell’estate del 2012, aveva inizio, partendo dal capoluogo umbro, un’attività di polizia giudiziaria dei Carabinieri del Nucleo investigativo succitato che dirigeva la propria attenzione nei confronti di un gruppo di spacciatori di nazionalità tunisina, attivi nella zona della Stazione Ferroviaria di Perugia Fontivegge, sulla limitrofa Piazza del Bacio e nei pressi della fermata del Minimetrò di via Cortonese.
Nei riguardi di costoro, tra i mesi di giugno e di ottobre del 2012, venne sequestrata eroina per circa due chilogrammi e tratti in arresto 16 corrieri di cui 5 italiani.
Costoro, prevalentemente sconosciuti alla giustizia, solitamente occupati in professioni ordinarie (barbieri, commercianti, attori, imprenditori ecc…) conducevano una vita assolutamente modesta, avendo cura di non ostentare mai le proprie, reali (ingentissime) possibilità economiche.
È stato dimostrato che l’organizzazione vantava collegamenti e cointeressenze in varie nazioni europee e di altri continenti, come fosse ben strutturata e ordinativamente delineata con l’attribuzione di compiti e funzioni precise tra i vari adepti.
L’enorme mole degli elementi di prova documentata e le molteplici informazioni acquisite hanno consentito di circoscrivere completamente la struttura gerarchica e conseguentemente delineare in maniera dettagliata il vincolo associativo, nonché indicare le più significative interrelazioni fra i vari sodali dell’organizzazione, così da avere avuto piena cognizione:
L’organizzazione criminale, dedita esclusivamente al traffico internazionale di stupefacenti - per lo più eroina – i cui adepti, si sono mossi con eccezionale disinvoltura nei più disparati contesti territoriali internazionali[1], ha realizzato, con cadenza quasi settimanale, un complesso traffico di droga, talché, grazie ad una capillare rete di collegamenti e cointeressenze in vari paesi europei[2] e con “corrieri” delle più disparate nazionalità[3], dimoranti in varie nazioni europee[4], hanno immesso sul mercato italiano grandi quantitativi di eroina[5]. Sono stati, invero, ricostruiti i flussi di comunicazione ed i conseguenti canali di approvvigionamento e smistamento dello stupefacente, decriptando le migliaia di conversazioni in Swahili, spesso intrattenute in linguaggio di strada e criptico, captate tra i vari protagonisti.
RISULTATI - In definitiva, l’attività investigativa, grazie alla sinergia tra la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e il II Reparto del Servizio Centrale del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, ha permesso di:
ROTTE - Fino al 2013, i corrieri partivano direttamente dai luoghi di produzione dello stupefacente, Africa orientale, Pakistan, Cina, Laos (eroina grezza in grani), America latina (cocaina nelle varie forme: pasta, liquida ed in polvere).
Dopo i primi sequestri, la droga proveniente sempre dai paesi di produzione, veniva stoccata in Turchia, Tanzania, Sud Africa, Brasile, Perù e Bolivia. Da questi Paesi, cambiando di mano, veniva trasportata in verso il nord europa da dove poi, cambiando ancora una volta di mano, raggiungeva l’Italia utilizzando i mezzi più disparati: vettori aerei, navi cargo, traghetti, treni, pulman, taxi, autovetture private.
Successivamente gli organizzatori hanno iniziato ad utilizzare corrieri non più africani ma europei: italiani, greci, spagnoli, bulgari, ungheresi.
I METODI DI OCCULTAMENTO DELLA DROGA, ESCLUSI I CLASSICI OVULATORI:
Lo stupefacente è refrattario ai raggi X perché confezionato in modo che l’ingombro sia parte integrante del bagaglio ed è resistente all’olfatto dei cani antidroga perché l’involucro è intriso di colla e cosparso di sostanze tipo caffè, pereponcino, zenzero o vaniglia.
I corrieri sono negativi agli esami speditivi perché non toccano lo stupefacente.
Parte integrante dell’associazione è costituita dai così detti “ CUCITORI”, ovvero i soggetti che abilmente ricavano i doppi fondi nelle modalità sopra descritte. La loro mano d’opera è così importante che vengono pagati oltre 1000 dollari americani per ogni valigia confezionata.
SEQUESTRI PIU’ IMPORTANTI:
[1] Portogallo, Spagna, Belgio, Olanda, Polonia, Grecia, Inghilterra, Germania, Austria, Francia, Tanzania, Burundi, Sud Africa, Ruanda, Perù, Brasile, Bolivia.
[2] Inghilterra, Belgio, Olanda e Grecia.
[3] Tanzania, Burundi, Kenya, Grecia, Belgio, Bularia, Ungheria, Spagna.
[4] Svezia, Inghilterra, Belgio, Spagna Italia.
[5] Gli accertamenti gascromatografici all’uopo condotti dal dipendente L.A.S.S. sulle sostanze in sequestro hanno permesso di rilevare una percentuale di principio attivo pari 37,64% a fronte di una media di principio attivo normalmente rilevata in altri contesti d’indagine del 17,36 %, il che induce a ritenere che l’organizzazione stesse introducendo nel mercato italiano stupefacente di ottima qualità.