Denaro ad amministratori in carica e candidati prima delle varie elezioni elettorali per assicurarsi gli appalti.
A parlare è il collaboratore di giustizia Francesco Zagaria durante il processo in corso alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, in cui è imputato per associazione camorristica assieme all’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, primario dell’ospedale napoletano Cardarelli, che risponde invece di concorso esterno.
Zagaria ha parlato per circa 5 ore dinanzi alla corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Giovanna Napoletano, rispondendo alle domande del pubblico ministero dell'Antimafia partenopea Maurizio Giordano. Il suo racconto parte dal 2015 quando i rapporti tra Antropoli, compagno della Cicia, e Marco Ricci si incrinarono.
“Per le Regionali del 2015 – racconta Zagaria, imprenditore di Casapesenna da anni residente a Capua, che la Dda ritiene colluso con il clan guidato dal boss omonimo Michele Zagaria – ho speso circa 50mila euro per sostenere la candidatura, in quota Forza Italia, di Lucrezia Cicia (non fu eletta, ndr), compagna di Antropoli. Antropoli mi disse che se avessimo eletto la Cicia in Consiglio Regionale, le cose per me sarebbero andate bene”.
Diedi ad Antropoli 20mila euro per la campagna elettorale ma complessivamente ho speso circa 50mila euro. Mi sono occupato delle affissioni per Lucrezia Cicia nei comuni di Capua, Santa Maria Capua Vetere, Grazzanise, Santa Maria la Fossa e San Prisco - ha proseguito il colletto bianco originario di Casapesenna - Il comitato elettorale di Portico di Caserta venne pagato da me".
Al riguardo tra le mani della Dda ci sarebbe una fotografia che riprenderebbe Zagaria proprio all'inaugurazione del comitato. L'interesse di Zagaria a favorire la candidata vicina ad Antropoli erano "i lavori a Capua, per questo feci la campagna elettorale", ha concluso.