La notizia è preoccupante. In provincia di Caserta l’incidenza dei tumori è mediamente più alta rispetto alla media nazionale. Inoltre, per i maschi il valore del tasso d’incidenza dei distretti 16 (Marcianise ) e 20 (Casal di Principe) e anche quello della mortalità di alcuni tipi di tumore è significativamente superiore a quello della stessa Asl di Caserta e al valore nazionale. Sono i numeri dell’ultimo aggiornamento del registro tumori di Terra di lavoro curati da Angelo D’Argenzio. Un trend che non può non allarmare per l’impatto sociale. Secondo il registro tumori si stima che in provincia di Caserta si verifichino, nel corso dell’anno, circa 4.259 nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi della cute), di cui 2370 (56%) fra gli uomini e 1.889 (44%) fra le donne.
Nel corso della vita in media un uomo su 3 e una donna su 4 avranno la probabilità di ammalarsi di tumore. Considerando l’intera popolazione, escludendo i carcinomi della cute, le sedi tumorali più frequenti sono: mammella (12,3%), colon-retto (12%), polmone (11,9%), vescica (9,1%) e prostata (7,8%). Esclusi i carcinomi della cute, i cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini sono quelli di polmone (18%), prostata (14%), vescica (14%), colon retto (12%) e fegato (6%); tra le donne mammella (28%), colon-retto (12%), utero (7%), tiroide (5%) e polmone (5%).
L’aumento preoccupante dell’incidenza di tumori polmonari era stato segnalato, già pochi giorni orsono, dal rapporto nazionale Aiom (Associazione nazionale oncologia medica). Sulla vicenda era già intervenuto il professor Lucio Romano, medico, componente della Commissione bioetica nazionale e da senatore promotore della prima indagine parlamentare su ambiente, tumori e malformazioni feto-neonatali nei territori della Terra dei Fuochi. Romano ha chiesto accertamenti più approfonditi sul fenomeno e la «geolocalizzazione» dei casi di tumore. Anche il dottor D’Argenzio ritiene importante partire dai nuovi risultati emersi «per intervenire con un’azione più efficace di programmazione sanitaria. I risultati — spiega — ci offrono un quadro più dettagliato di quelle che sono le patologie da affrontare e contribuiscono a rafforzare la rete oncologica regionale».